ITALIA-BOSNIA / La logica e i perché di un eccidio di 25 anni or sono

Il 29 maggio 1993 venivano uccisi tre volontari umanitari italiani in Bosnia. Due procedimenti giudiziari si sono conclusi, in Bosnia e in Italia, ma gli interrogativi sul perché di quell’eccidio non hanno avuto risposta. Solo analizzando le carte processuali, il contesto della guerra croato-musulmana, e quello delle grandi trasformazioni che viveva l’Europa orientale e occidentale tra il 1989 e il 1993 si può arrivare a capire cosa successe quel giorno. Un libro liberamente scaricabile in formato PDF

EUROPA / Successi e sfide della sinistra nell’ex Jugoslavia

a cura di Andras Juhas e Marko Miletic, dal sito serbo “Mašina”, 2 ottobre 2014

Alcuni gruppi della sinistra radicale della ex Jugoslavia e dell’Ungheria si sono riuniti il mese scorso per un confronto sulle rispettive esperienze di lotta. In questo reportage emerge il panorama di una sinistra particolarmente attiva e direttamente impegnata nelle lotte dei lavoratori, nelle condizioni peculiari e particolarmente difficili comuni a tutta l’Europa Centro-Orientale sulla quale gravano contemporaneamente l’introduzione di un neoliberalismo selvaggio e la pesante eredità del “socialismo reale”. Leggi il resto dell’articolo

EUROPA / Le fiamme della rivolta bosniaca

di Andrea Ferrario

La rivolta scoppiata in Bosnia il 7 febbraio non ha precedenti per le sue dimensioni. Le proteste dei lavoratori di Tuzla si sono trasformate in un’esplosione di rabbia a livello dell’intero paese e hanno dimostrato la volontà della gente di conquistare un controllo diretto sulle proprie vite. In decine di città i manifestanti hanno attaccato i simboli dell’amministrazione locale, del governo federale e dei partiti politici. Ma la rivolta bosniaca non va considerata un’ennesima protesta “contro i politici”. Le sue radici sono molto più profonde e materiali.

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EUROPA / Ex Jugoslavia: comparazioni e ipotesi a partire dal caso bulgaro

di Ilario Salucci

Nelle note che seguono considero i paesi balcanici che si trovano nello spazio che fino al 1990 delimitava la Federazione Jugoslava, facendo riferimento anche alla situazione della Bulgaria. In una successiva nota prenderò in considerazione il caso rumeno. I paesi presi in considerazione sono otto: la Serbia, con una popolazione approssimativamente simile a quella bulgara, un insieme di cinque paesi che hanno una popolazione compresa tra un milione e mezzo e due milioni e mezzo di abitanti (in ordine crescente: Republika Srpska, Kosova, Macedonia, Slovenia e Federazione di Bosnia-Hercegovina), la Croazia, che con più di quattro milioni di abitanti si trova tra i due estremi precedenti, e il Montenegro, il più piccolo paese balcanico, con soli 600mila abitanti.

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